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Come Imparare a suonare la batteria

Chi non ha mai sognato di sedersi al centro di quel semicerchio luccicante fatto di tamburi e piatti, inforcando due bacchette, posando i piedi sul pedale del Charleston e quello della cassa, per dare inizio ad un grande solo di batteria imitando i grandi rockers od i compostissimi jazz-drummers?
I molti che hanno avuto l'occasione di provare, di sedersi per una volta su quello sgabellino pensando di dettare subito un ritmo perfetto - in fondo, si pensa, cosa ci vuole a picchiare su dei tamburi - si sono dovuti rendere conto che l'immaginazione tradisce. La batteria è uno strumento tutt'altro che semplice e tutt'altro che immediato. Anche lo studiare la batteria deve essere affrontato con oculatezza e scegliendo i maestri giusti. Tra le pieghe del grande mondo delle percussioni si può aggirare, per gli aspiranti batteristi, qualche insidia.

Questo articolo è dedicato a chi deve iniziare, cioè a chi ha deciso di studiare la batteria e deve pensare allo strumento, al maestro, ed ai metodi di apprendimento.
Comincerò dallo strumento, perché è naturale che il primo pensiero di chi desideri studiare uno strumento musicale sia metterci le mani sopra.
Un tempo studiare la batteria significava pensare sia allo strumento sia a dove piazzarlo, perché la batteria, si sa, non è proprio il tipo di strumento che passa inosservato, sia per le dimensioni sia per il volume sonoro che riesce a generare.

Oggi è impensabile piazzare una batteria classica in condominio, a meno che non si desideri innescare quasi certamente una lotta con i vicini che, giustamente, hanno diritto di sentire solo la musica che desiderano sentire. Il problema dei vicini riguarda tutti gli strumenti, ma la batteria, per la sua natura "percussiva" finisce generalmente per "dare sui nervi" anche ai vicini più musicofili.

Ma questo è un problema legato al passato. Oggi si possono acquistare a prezzi assolutamente abbordabili batterie elettroniche adattissime alla prima fase degli studi. Le batteria elettroniche si presentano al batterista in maniera simile alle batterie acustiche. Invece che tamburi veri ci sono "pad" ed invece che i piatti ci sono altri pad, talvolta a forma di piatto, che consentono di godere anche visivamente delle stesse spazialità di una batteria acustica.

Dal punto di vista tecnologico le batterie elettroniche si sono evolute in maniera straordinaria. Quasi tutte le tecniche eseguibili su di una batteria acustica si possono apprendere adeguatamente esercitandosi su di una batteria elettronica, tranne alcuni effetti, come il fruscio delle spazzole sul rullante, che necessitano lo sfregamento fisico tra spazzola e pelle del tamburo.
Ma si presume che, negli anni iniziali di studio, non ci si debba imbattere in tecniche così raffinate, per cui la scelta della batteria elettronica è assolutamente adeguata.

Le batteria elettroniche sono generalmente vendute in Kit completi di quasi tutti gli elementi. Le due marche più autorevoli sono la Roland e la Yamaha. Ormai i prodotti sia dell'una che dell'altra casa si equivalgono, per cui la scelta la si può fare basandosi sulla migliore offerta economica.
I prezzi minimi per disporre di strumenti affidabili si aggirano attorno i 700 Euro (già scontati) mentre per Kit più evoluti si può arrivare fino ai 2000 Euro.

Il cuore di una batteria elettronica è il modulo sonoro, cioè la piccola centralina che emette i suoni corrispondenti ad ogni pezzo della batteria e che poi, secondo i modelli, può eseguire diverse altre funzioni utili allo studio (metronomo, guide ritmiche ecc.).
La qualità del modulo sonoro non è di importanza strategica; ormai i suoni campionati anche nei moduli più economici sono più che sufficienti per i primi anni di studio. La presenza del metronomo tra le funzione del modulo sonoro è invece importante, ma ormai è quasi universalmente implementato in tutti i moduli.

Il modulo sonoro non possiede però un amplificatore e delle casse acustiche integrate, per cui è senz'altro necessario aggiungere al costo della batteria l'onere di un piccolo impianto di amplificazione e di una cuffia. Impianto di amplificazione è forse una parola grossa. In realtà sono sufficienti, per lo studio, due casse medie (non quelle piccolissime) da computer, con amplificatore integrato, da posizionare ai piedi della batteria. Si possono trovare ottime soluzione con poche decine di Euro. Per quanto riguarda la cuffia, indispensabile per studiare silenziosamente tutto il tempo che si vuole, è bene scegliere un modello a padiglioni larghi, comodi e con un cavo molto lungo.

Per i fortunati che invece possono piazzare una vera batteria acustica in un locale isolato la scelta si fa più ampia ed articolata.
La cosa migliore, all'inizio, è affidarsi ai kit proposti dalle principali case costruttrici: fra queste si impongono la Ludwig, la Tama, la Mapex, la Pearl e la Greitsch. Esistono anche altre marche ma spesso sono specializzate in strumenti altamente professionali e molto costosi.

I kit da studio sono normalmente costituiti dalla cassa (il pezzo più grande posato a terra), il rullante, uno o due tom (meglio due), e un timpano. I sostegni per tutti i pezzi sono talvolta esclusi dal costo del kit, per cui, se il prezzo base è molto basso, quasi certamente c'è da aggiungere il costo dei sostegni. I piatti sono invece quasi sempre esclusi per cui quello è un costo da valutare a parte.
Per strumenti "entry level" i costi vanno dai 500 Euro ai 2000 Euro circa. Il costo dei piatti (Cymbals) si aggira attorno i 100, 150 Euro minimi ciascuno e normalmente ne servono quattro: due per il Charleston e due per i crash.

Meglio acquistare lo strumento nei grandi rivenditori di strumenti musicali con un settore specializzato in batteria. E' importante, almeno per la prima batteria, trovare nel venditore un interlocutore attento e disponibile ad ascoltarvi. Alcuni grandi rivenditori hanno l'abitudine di mettere in alcuni settori dei ragazzi che sembra ti facciano un favore a venderti qualcosa (ce ne è uno a Milano, forse il più grande, che ho letteralmente stralciato dalla mia lista).
Ebbene, oggi si può scegliere, oltre che lo strumento musicale, anche il rivenditore simpatico, competente e disponibile.

Per chi abita nel nord-Italia segnalo il rivenditore Cavalli di Castrezzato (Bs), dove il mio amico Pierangelo è davvero un esperto che sa ascoltare le esigenze dei clienti e fornire ottimi consigli (è un super-batterista).

La scelta di un maestro di batteria non è cosa semplicissima. La ragione è che spesso si genera un po' di confusione tra batteria e percussioni. La batteria è uno strumento moderno che ha trovato la sua gloria negli ultimi ottant'anni. Prima di allora i vari pezzi della batteria venivano suonati da percussionisti in grado di suonare principalmente i timpani orchestrali, le percussioni intonate (xilofoni, vibrafoni ecc.), e le molte altre percussioni da orchestra.

Quando la batteria si è affermata le solite ritrosie degli accademici non l'hanno voluta considerare da subito un vero è proprio strumento integrato e a sé stante, ma hanno pensato per decenni che un percussionista esperto in timpani potesse con poco sforzo suonare anche la batteria. In realtà non ho mai conosciuto un diplomato in percussioni al conservatorio che sapesse suonare la batteria meglio di un modesto praticone autodidatta. Il punto è che la batteria va studiata sin dall'inizio come strumento principale, con una sua specifica tecnica, un suo specifico repertorio e con la guida di maestri batteristi che siano batteristi per davvero.

Per cui nella scelta del maestro bisogna assicurarsi che il maestro sia un batterista, diffidando invece del percussionista che dice di saper suonare anche la batteria. Certamente un percussionista può dare buoni consigli sul modo di impugnare le bacchette, o sul modo di effettuare una rullata; ma poi, quando ci sarà da imparare i ritmi tipici della batteria (i ritmi nella batteria sono come le scale sugli altri strumenti), solo un vero batterista saprà trasmettere il "groove" giusto, l'anima vera di un ritmo che spesso non è scritta ma "sentita". Il percussionista insegnerà a battere un ritmo di due quarti; un batterista saprà trasformare quel due quarti in rock.

Molte scuole hanno fra i propri insegnanti sia batteristi che percussionisti. Se volete imparare la batteria accertatevi di essere assegnati alla classe di un batterista. Per sapere se un batterista è un vero batterista basta prendere informazioni sul curriculum artistico e professionale del maestro. Se suona in gruppi moderni (pop, jazz, rock ecc,) è un batterista. Se è diplomato in conservatorio ed in più ha un curriculum tappezzato da esperienze in orchestre e teatri d'opera non è un batterista (anche se sembra che la sappia suonare) ma è un percussionista.

Anche l'impostazione didattica dei batteristi si differenzia sostanzialmente da quella dei percussionisti. I secondi tendono a fare molta tecnica, che è buona cosa ma non sempre adatta ad un giovane ragazzo che vuole suonare la batteria per passione. I batteristi, invece, adottano i metodi moderni, di cui ce ne sono veramente molte versioni per cui risulta difficile segnalarne uno in particolare. Questi metodi curano la tecnica ma lasciano spazio anche al divertimento. Sono corredati da basi musicali sulle quali esercitarsi. Si prova sin da subito l'ebbrezza di suonare insieme ad altri, anche se gli altri sono tutti compressi in un cd.

L'insegnante batterista, poi, non vi riprenderà se ogni tanto desiderate suonare la batteria sopra i vostri brani preferiti, e questo perché lui stesso, il vostro insegnante, ha probabilmente imparato a suonare la batteria proprio in quel modo.

La batteria è uno strumento moderno, divertente, "fisico" ed elettrizzante.
Ma da non pendere sottogamba. Il giorno che ci si ritrova a dare il ritmo ad un gruppo di altri musicisti, magari con il pubblico davanti, si scopre tutto ad un tratto che un colpo messo male può mandare un intero brano a gambe all'aria.

E di ciò che suona la batteria si sente tutto, ma proprio tutto!

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.