¨

Una scuola da sogno e i libri inutili

Ognuno fa della scuola i sogni che più gli piacciono. Gli studenti la sognano efficiente, amichevole, emozionale, moderna ed innovativa, capace di interpretare il mondo attuale educando a sentirlo come fertile ed amico.

I sogni degli insegnanti sono simili ma in più essi la immaginano come luogo eletto, nobilitato dalle attenzioni delle istituzioni, del mondo del lavoro e della società civile: attenzioni emotive, ma anche finanziarie ovviamente. Le istituzioni sognano ad occhi chiusi una scuola in posizione centrale nella società, mentre ad occhi aperti non hanno tempo di occuparsene, se non a parole. Poi c'è il mondo economico che della scuola o si fida poco oppure cerca di specularci sopra. Il lucro sui libri di testo è essenzialmente speculativo, appunto, e va ad abbattersi sulle famiglie che già fanno sulla scuola sogni cattivi, sogni che all'inizio dell'anno diventano incubi.

Sulla scuola ho molto da dire e dedicherò al tema molti articoli. Oggi voglio rimanere sul tema del giorno: il costo dei libri di testo.
Non voglio fare la solita strigliatina ai ministri competenti che fissano tetti bucati in partenza. Nel libero mercato è consueto che le aziende facciano ciò che vogliono, seppur in odore di speculazione. Il problema è semmai rivedere il modello di scuola, che nei libri di testo ha proprio uno dei suoi freni all'innovazione.

Chi ha mai detto che il libro di testo sia così fondamentale per il buon funzionamento della scuola?
Una grandissima maggioranza dei libri acquistati in ambito di scuola secondaria rimane pressoché intonso, vuoi perché gli insegnanti espongono la materia in classe e gli studenti prendono appunti, vuoi perché le fonti alle quali gli insegnanti stessi fanno riferimento oggi sono disponibili e condivise attraverso la rete. Non so se esiste ancora una antologia di letteratura italiana classica, ma se lo fosse sarebbe un testo tanto inutile quanto uno di informatica. Siti come Liber Liber mettono a disposizione migliaia di opere integrali di letteratura italiana, e per le critiche basta fare un po' di ricerca e si trovano centinaia di voci. La stessa cosa esiste per la letteratura inglese, francese, tedesca, spagnola e per molte altre lingue.

Anche la matematica, le scienze, la storia, possono ampiamente beneficiare della rete e dello spirito di condivisione che la pervade. Dove non arrivasse la rete potrebbero facilmente contribuire i professori attraverso le loro lezioni, dispense ed approfondimenti ad hoc. I testi potrebbero essere acquistati in maniera limitata dalla biblioteca scolastica, a disposizioni di chi volesse consultarli.

Ciò costringerebbe tutti i soggetti che operano attorno alla scuola ad investire nella rete, cambiando il loro modello di business e favorendo così quell'innovazione scolastica che è ormai così impellente.

Tutto ciò non è fantascienza, ma è già realtà in molti paesi europei. Ovviamente è necessario che anche l'Italia cessi di essere una macchia nera nell'interconnessione telematica globale. Il fatto che più del 50% della popolazione sia ancora non raggiunta dalla tecnologia ADSL è uno scandalo sul quale si infognano tutte le pretese di rilancio e crescita del paese.

Ma se la scuola, ogni scuola, ogni edificio scolastico cominciasse a pretendere una connessione a banda larga, ecco che qualcosa potrebbe mutare. Dopo la scuola ogni studente dovrebbe pretenderlo, minacciando di proclamarsi emarginato da un o stato che batte cassa tramite i vescovi ed insegna ai ragazzi la dura legge dell'iniquità.

Il problema perciò non sta nell'aumento del costo dei libri di testo. Il problema è cambiare modello di scuola, e di questo compito anche gli insegnanti dovrebbero farsi carico, magari dando un taglio a quella famigerata tradizione dell'elenco dei libri di testo da comprarsi a fine agosto.

Scaricare da internet un po' di materiale da condividere, preparare qualche dispensa, aprire un blog sul quale riversare idee, contenuti, appunti e suggerimenti a sostegno dell'attività didattica sarebbe un investimento prezioso per rendere la scuola molto più vicina a i sogni degli studenti e degli stessi insegnanti.

Troppo spesso si invoca una scuola da sogno. Cominciamo a costruircela opponendoci ai vecchi retaggi. Poi vedrete che governanti, vescovi e speculatori cominceranno a preoccuparsi della loro pervicace miopia.

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.