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Accordi al piano: come impararli con Flowkey

Padroneggiare gli accordi al pianoforte è una delle tecniche fondamentali per tutti i generi  musicali non classici. Flowkey, l’applicazione online per imparare a suonare il pianoforte da autodidatta (a parte poche cose di interfaccia è in inglese), ha da poco rilasciato una intera sezione dedicata proprio agli accordi al piano dal nome “CHORDS & POP PIANO".

Ho già recensito Flowkey in questo articolo e la novità mi ha incuriosito parecchio.  Ho eseguito, anzi, per la precisione, ho fatto eseguire un vero e proprio test intensivo al figlio di un mio amico (Luca, 14 anni), studente di piano pop. Volevo capire se questo nuovo tool fosse davvero efficace, e quando dico efficace intendo dire:

Il tool è vasto (forse troppo) e io mi sono concentrato sull’area CHORDS rimandando le parti PATTERNS, ACCOMPANIMENT e IMPROVISING  ad altre occasiooni

Ecco il risultato del test.

 

Si imparara a disporre le dita correttamente per eseguire gli accordi?

La risposta è SI. Questo è uno dei punti di forza di Flowkey. Come ho già evidenziato nel precedente articolo dedicato a questa applicazione, il sistema del “guardami e copiami” funziona molto bene. Si eseguono gli esercizi e contemporaneamente si osservano le dita del pianista / insegnante mentre fa esattamente ciò che dobbiamo fare noi. Basta copiare e si è sicuri di porre le dita nel modo giusto.
Questa sezione è però dedicata a chi ha già seguito e appreso la posizione fondamentale della mano attraverso i corsi di Flowkey precedenti. Voglio dire che da qui è possibile imparare a porre correttamente le dita sulla tastiera mentre per la corretta posizione della mano è bene rivedere periodicamente i corsi introduttivi.

Voto: ottimo!

accordi piano

Si impara a capire come sono strutturati gli accordi?

 

Alla fine del corso ho chiesto a Luca di suonarmi un accordo di LA7. Luca ha posto abbastanza velocemente le dita per l’accordo di LA maggiore (contando nota dopo nota la larghezza degli intervalli) e poi ha contato dal MI 3 tasti, arrivando al SOL. Poi ha riposto la mano e ha suonato l’accordo di LA7. Indubbiamente ha suonato l’accordo di LA Settima.  Ma quanto tempo gli ci vorrà per “vedere” al volo l’accordo senza contare i tasti e capirne la struttura armonica?

Il sistema proposto da Flowkey può funzionare ma secondo è necessaria una maggiore progressività. Anzi, probabilmente la soluzione ancora più efficace sarebbe stata iniziare a illustrare gli accordi partendo dai bicordi, dalle terze maggiori e minori, dalle quarte, dalle quinte ecc. ecc. Se volete avere un'idea di come sono strutturati gli intervalli leggete questo articolo

Non mi persuade fino in fondo la tecnica di costruire gli accordi contando i tasti uno dopo l’altro sulla tastiera. Molto meglio sarebbe stato introdurre subito e in maniera ferma gli intervalli insegnando a comporre gli accordi a tre e quattro suoni sovrapponendo gli intervalli.

Se uno studente ha chiaro come sia formata una terza maggiore (fra l’altro la connaturata sensibilità che tutti noi abbiamo nel distinguere una terza minore da una maggiore aiuta moltissimo) o una terza minore, secondo la mia esperienza, è molto facile insegnare che l’accordo maggiore è costituito da una terza maggiore più una terza minore. L’accordo minore invece è costituito da una terza minore più una terza maggiore. L’accordo di settima è costituito da una terza maggiore più due terze minori.

Flowkey spiega che l’accordo di settima è costituito da un primo suono poi altri tre a distanza di Terza, di Quinta e di Settima, ma per semplificare questa corretta (sebbene un po' troppo avanzata) visione fa contare i tasti sulla tastiera. Secondo me è giusto semplificare ma senza mai uscire comunque dai fondamenti della musica, altrimenti ci si ritrova poi a non capire fino in fondo quali equilibri regolino l’intera teoria musicale.
Flowkey introduce anche la teoria dei rivolti ma lo fa in modo molto “meccanico” e poco musicale.

Voto: appena sufficiente

Accordo minore

Si impara a leggere e riconoscere gli accordi con la notazione classica

Direi di si! Anche per questo suonare vedendo lo spartito che scorre aiuta moltissimo. Probabilmente si impara più la teoria degli accordi vedendo lo spartito che seguendo i pochi ragionamenti teorici proposti lungo il corso. Certo… la musica bisogna saperla leggere al volo!

Voto: Molto Buono.

 

Si impara a riconoscere gli accordi con le sigle

Torno a ciò che ho detto a proposito della struttura degli accordi. Le sigle vengono riportate e anche chiaramente, ma se alle sigle non corrisponde una immediata visione mentale e musicale di come è costruito l’accordo, in fondo non ci servono a molto. Pensiamo ai jazzisti. Loro vivono di sigle. Quando un jazzista “improvvisa” in realtà elabora architetture musicali interamente costruite sugli intervalli che stanno sotto le sigle.  Diciamo che il sistema Flowkey è un inizio al quale deve seguire il più presto possibile un migliore inquadramento di tutta la teoria che sta sotto gli accordi. Voto: sufficiente

 

Una volta eseguito tutto il corso di Flowkey si è impararto abbastanza per muoversi nel mondo degli accordi autonomamente?

La vera domanda potrebbe però essere: è negli obiettivi di Flowkey offrire delle fondamenta solide per la comprensione degli accordi al pianoforte? Se si allora noi tutti ci aspettiamo da questa ottima applicazione qualcosa di più solido e progressivo.

 

In definitiva, ecco il riepilogo rispetto alla sezione Chords dell’applicazione:

 

Aspetti positivi:

  • Continuo a dire che è uno strumento ben fatto e utile per suonare il pianoforte divertendosi
  • Tutto ciò che c’è funziona tecnicamente benissimo
  • Il sistema “guarda e impara” è molto efficace

Aree di miglioramento:

  • Spiegare meglio cosa sono gli accordi, ovvero come sono formati (partendo dagli intervalli)
  • Maggiore progressività
  • Più esercizi, perché gli accordi necessitano di allenare dita e mente
Gremus

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