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Solitudine

Solitudine e amore

Di solitudine se ne soffre in tanti, anche i più insospettabili, anche chi in apparenza vive circondato da molti amici, conoscenti, familiari e affini. La solitudine non è una condizione ma uno stato d'animo, una tinta che colora la nostra vita, una malinconica musica che accompagna un giorno dopo l'altro.

Sente la solitudine il mendicante stravaccato sul marciapiede lercio, ma la stessa identica solitudine la sente la star di successo, ricca e acclamata da mezzo mondo. Cedette alla solitudine la famosissima Judy Garland, ma anche la straordinaria Mia Martini od il mitico Marco Pantani. La solitudine è uno stato diffusissimo, più di quanto si immagini. E questo è ancor più strano se si pensa alle enormi possibilità di comunicazione, di scambio, di conoscenza che offre la modernità che ci circonda.

E interenet?

E' fuori strada chi racconta che in realtà internet, telefonini, messaggini o quant'altro seminino comunità effimere, cause di solitudini di massa: non sta lì il problema. I moderni sistemi di comunicazione di massa avvicinano piuttosto che allontanare. Le reti che si vengono a creare non sono il sostituto delle allegre bicchierate di gruppo: sono complementari. La solitudine ha origini molto più concrete e profonde, impiantate nella più profonda sensibilità di tutti noi.

La solitudine nasce da una necessità che travalica il successo, la notorietà, o l'apparente serenità in cui si vive. Quella necessità si chiama amore, ma per una volta tanto non si tratta dell'amore che si da', che si offre, ma di quello che si riceve, che ci riempie, che ci inonda anche quando non ce l'aspettiamo. Diciamo la verità: d'amore si parla tanto, ma la maggior parte delle volte si intende l'amore come una forma di "dare"; amare il prossimo, ama te stesso, ama la madre, ama la natura, ama e basta. Ma tutto questo amore, se è così importante, che effetto fa in chi lo riceve? Quanto amore offerto fa davvero bene all'altro? Quante volte sentiamo dire: "lo ama sì, ma a suo modo!"; e se quel modo fosse totalmente incomprensibile all'altro, a chi farebbe bene quell'amore, oltre a chi lo offre?


Come arriva all'altro il nostro amore

Tutti noi sappiamo amare in maniera diversa, ed è questo che ci rende così unici agli occhi delle persone che amiamo; ma tutti noi siamo sensibili all'amore in modo altrettanto diverso, e questo talvolta lo si trascura, limitandosi ad amare per ciò che si sa fare senza badare a ciò che di quell'amore arriva all'oggetto del nostro amore. Tutti noi siamo avidi d'amore, ne abbiamo bisogno sfrenatamente. Pochi baratterebbero una sola persona che ci ama profondamente con un codazzo di followers sfegatati. Ogni uomo, minuscolo o affermato che sia cerca amore, e più ne ha e più ne vorrebbe. Sentirsi amati è una delle sensazioni più toccanti e profonde a portata dell'uomo, intense solo quanto l'amare stesso. Ecco perché anche i grandi artisti, o le persone che amano profondamente un'attività artistica, intellettuale o artigiana che sia, hanno comunque bisogno di amore umano.

L'arte la si ama ma ricambia astrattamente, simbolicamente. Solo gli uomini e forse gli animali sanno amare attivamente e rendere con questo amore felicemente sazio chi lo riceve. La solitudine sgorga da una vera e profonda sete d'amore, e paradossalmente si alimenta ancora di più quando si è circondati da persone che ti accompagnano, ti seguono, ti stimano e ti acclamano, ma che non riescono a saziare la tua sete d'amore. Dell'amore ho scritto altre volte in questo sito, nella sezione riflessi, però per la prima volta mi rendo conto che ho trascurato di dire quanto il ricevere amore sia importante tanto quanto il darlo.


Amore a tutte le età

Fra ragazzi, quando i sentimenti fluttuano in maniera molto più fluida, la solitudine è meno frequente, la sete d'amore più appagata, si ama e si riceve amore. Più avanti negli anni si cerca l'amore stabile, e la solitudine si percepisce ma più per condizione che per stato d'animo. Poi arriva la mezza età, quella degli "anta" e lì le solitudini si moltiplicano. E' l'età in cui si avrebbe bisogno di tonnellate d'amore, se non altro perché se ne è finalmente intesa l'importanza, ma si trovano sempre meno persone disposte ad amare davvero. Si pensa che l'approccio consapevole alla vita, quello che il quarantenne ha imparato negli anni passati, possa rendergli meno necessario "giocare" con l'amore. Balle!

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Di solitudine e di mancanza d'amore si muore proprio tra i quaranta ed i sessant'anni, quando si ha ancora bisogno d'amore come un ragazzino e si sa amare intensamente come non mai. Gli anziani infine la solitudine la soffrono atrocemente e basta, e questo perché una bieca cultura stupida e disumana spinge gli anziani ai margini della società, riempiendoli di balocchi assistenzialistici, di passatempi televisivi, di serate danzanti mosce come le barzellette sulla settimana enigmistica. Si pensa che l'amore di un anziano sia opportuno solo per nipoti e nipotini. Si pensa che l'anziano non sappia innamorarsi più. Chiedetelo sinceramente ad uno di loro e scoprirete che le cose stanno diversamente.

La solitudine è l'effetto della mancanza d'amore, è il segno di una sete, è la prova che di amore si può penare se ce n'è troppo e magari non ricambiato...ma se ne può soffrire immensamente se lo si cerca e nessuno è disposto a donartelo...

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.